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al testo di Amina Narimi
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Inciampo nei sassi di ere Lasciando sul limo l’impronta Del corpo, le mani, e la rosa Morendo, in silenzio un minuto Il seme che viene a splendore favilla dell’ultima luce Poi scoppia in grandezza e s’interra Incidendo lo spasmo contratto Nell’occhio l’erranza che spinge A salvare un’urgenza- un miracolo Un attimo tuo benedetto Sulla carne coperta di luce È l’odore mandato a memoria Che costa del sangue a partire Di una donna che pensa e ripensa Vincendo ogni volta il pudore Del rosso traverso il torace Dell’uccello che canta ferite Nel fare l’amore con l’albero Accogliendo una spina nel fianco
-Un magone strozzato il respiro È una morte immaginaria, Che trafigge tutta la valle, Se l’Andante che segue con l’aria, Quando s’abbia il coraggio a toccarla, Nel potere di resurrezione È il più pulito dell’uomo A darle nuove parole I nomi per altri mattini Che germogliano intorno All’inciampo
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